LA STORIA.... E' UN'ALTRA - EDIZIONE EX LIBRIS -
Presentazione 20 Giugno 2019 Libreria del Festival Nazionale del Lavoro. MiCo Milano
Un albo illustrato, come un libro, traccia un cammino al di
fuori o dentro di sé. Questo albo non è una storia e se pur fatto di tante
storie non indica il viaggio, ma come si viaggia e cosa ci resta.
Nell’ analisi delle aspettative che ogni essere umano mette
in campo per il suo inserimento nel mondo degli adulti, in ambito sociale,
comportamentale e lavorativo, non indifferente è la riflessione sulla motivazione. Parola
semplice che implica una circolarità multifattoriale, una vivacità propria sostenuta da aspettative,
obiettivi, emozioni spesso legate ai valori dominanti nei contesti di
appartenenza : famiglia, scuola, ambienti socio-culturali. Tra tutto il bagaglio conoscitivo infantile le
fiabe raccontate, tramandate, lette ed interpretate restano un momento
cementifico, un luogo mentale di consolidata serenità, un angolo di
appartenente meraviglia. Ma le fiabe che abbiamo attraversato da bambini quanto
hanno contribuito all’ affermazione del nostro “ io adulto ” ? Lo psicologo del lavoro e antropologo americano David
Mc Clelland (1917-1998) in uno dei suoi libri The Achieving Society
ha affrontato il tema della motivazione in azienda, dimostrando come i modelli culturali ed educativi dell’infanzia
siano strettamente correlati ai modelli
comportamentali in età adulta. Proprio in relazione al tema
della motivazione al successo,
Mc Clelland si è concentrato nell’analisi di un aspetto fondamentale quale quello dell’educazione infantile e ritiene che valori motivanti alla realizzazione ed al
successo personale siano più individuabili in contesti influenzati da racconti,
fiabe e storie che esaltano questi modelli. L’antropologo ha individuato alcune
sostanziali differenze tra le fiabe dei
paesi anglosassoni e quelle dei paesi mediterranei “ Nei primi, predominano le fiabe in
cui il bambino affronta con successo la vita ed è autonomo (iniziativa
personale e auto realizzazione), sul modello di Peter Pan. Nei secondi, al contrario,
prevale una tipologia di fiaba in cui il bambino può essere facile preda di un
mondo ingannevole e pericoloso: sarà salvo solo tornando a casa (obbedienza
e attaccamento alla famiglia), sul modello di Pinocchio.” Partendo da questi diversi orientamenti si riscontano
atteggiamenti contrastanti che influenzano la crescita dell’individuo. Nel
primo caso c’è un evidente propensione all’ autonomia, nel secondo una scarsa
intraprendenza e timore del cambiamento. Lo stesso vale per altri modelli,
stereotipi di genere, di ruolo, di mansioni, di classi ed etnie di
appartenenza. In tutto il mondo si ha bisogno
di una base di valori condivisa sia
nella famiglia, nella scuola o nell'impresa e per la società in generale. Già Hans Küng nel 1995 creando la Fondazione per l'
Etica Globale volta alla ricerca
interculturale e interreligiosa, evidenziò come in tutte le religioni e nelle
diverse visioni filosofico-umanistiche ci siano valori fondamentali e moralità
comuni quali i rapporti con il prossimo
ispirati all’ umanità, i valori come la
non violenza, la giustizia, la sincerità e la collaborazione tra uomo e
donna. Far emergere tra le nuove generazioni i valori di un’etica globale non può
prescindere dalla conoscenza concreta dell’essere individuo anche in relazione al
contesto culturale di appartenenza,
ricercando quei modelli che lo hanno influenzato durante l’infanzia, come le
fiabe. Tra
gli strumenti di un lavoro semplice e fondante come quello di chi racconta, per
parole o segni, ci sono ancora oggi la
metafora, la suggestione, l’emozione, il coinvolgimento. L’attualizzazione
di narrazioni del passato suggerisce
altre chiavi di lettura per orientamenti valoriali condivisi. Credo in
semplicità che il contributo, in questa direzione, di un’ anima creativa sia da
stimolo alla riflessione.
Perché
di sicuro oggi “ La
storia…è un’altra ”.
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