Arti Visive



FORGETME(K)NOT

UNA MOSTRA INTERNAZIONALE PER NON DIMENTICARE I DIRITTI (NEGATI) DELLE DONNE

 

Il Museo del Ricamo e del Tessile di Valtopina (Perugia), inaugura sabato 28 ottobre 2023 (ore 16:00) la mostra internazionale d’arte contemporanea FORGETME(K)NOT, un progetto promosso da SCD Textile&Art Studio, patrocinato da Regione Umbria e Comune di Valtopina, curato da Barbara Pavan in collaborazione con Erika Lacava, Anna Rita Punzo, Margaret Sgarra e Maria Chiara Wang.

Il fazzoletto è un elemento familiare, domestico e comune che custodisce però una stratificazione di significati. Se oggi associamo il termine a un prodotto usa e getta che – peraltro – oltre ad essere insignificante è anche poco green, per molto tempo esso è stato un accessorio cui si dedicava cura e attenzione nella realizzazione e a cui si affidavano una pluralità di messaggi a seconda dell’uso che ne veniva fatto. Di tessuto povero e semplice o di stoffe più raffinate, spesso impreziositi da cifre e monogrammi, i fazzoletti hanno una lunga storia intrecciata con le mani femminili che li trasformavano in piccoli capolavori di ricamo e con il cuore delle donne - pegni d’amore o veicoli di seduzione in tempi in cui gesti e oggetti erano densi di contenuti. Una pluralità di declinazioni che oscilla tra opposti accadimenti cui va aggiunta la dimensione della memoria. È il nodo al fazzoletto infatti il simbolo per eccellenza della necessità di ricordare, un monito a non dimenticare qualcosa di importante.

A questo piccolo quadrato di stoffa, dunque, si affida il senso di questa mostra: mantenere viva e vigile l’attenzione su un tema che è purtroppo ancora di grande attualità attraverso opere che evocano o utilizzano un fazzoletto annodato cui è consegnata la testimonianza o la memoria di discriminazioni, violenze, sopraffazioni perpetrate ai danni di una singola donna o di un gruppo di donne nell’ambito privato o pubblico, in qualunque paese del mondo. Un nodo per non dimenticare i diritti (negati) delle donne. Gli artisti e le artiste selezionati attraverso un bando internazionale provengono da aree geografiche, background e generazioni differenti e restituiscono una molteplicità di voci che indaga la complessità del fenomeno fin nei risvolti più nascosti, ambigui e ingannevoli. In mostra le opere di: Luciana Aironi, Pietrina Atzori, Loren Batt, Luciana Bellotti, Manuela Bieri, Paola Calcatelli, Beryl Cameron, Susanna Cati, Michela Cavagna, Meri Ciuchi, Tiziana Contu, Isabelle Cosnard, Rosita D’Agrosa, Francesca Di Ciaula, Sarah Dochow, Jolanda Drukker Murray, Rana Feghali, Magdalena Fermina, Patrizia Benedetta Fratus, Irma Frijlink, Donatella Giagnacovo, Grazia Inserillo, Marisa Iotti, Alisa Kaufman, Monika Kosior, Ada Krenz, Cinzia Li Volsi, Beatrice Loth, Sara Lovari, Flavia Michelutti, Antonella Muresu, Dimana Nakova, Barbara Pala, Piotr Pandyra, Giulio Patrizi, Anouchka Perez, Catherine Primot, Beata Prochowska, Céline Ramio, Olga Teksheva, Chantal Tichit, Patrizia Trevisi, Patrizia Valcarenghi, Nancy Van Dijk, Eliana Vessi Rosell, Asta Lena Volkensfeld.

La mostra sarà visitabile fino al 3 dicembre 2023, mercoledì e sabato dalle ore 15:30 alle ore 18:30 oppure su appuntamento al tel. (+39) 339 340 7299. 



        Dolor Veneris 2023
museo del ricamo e del tessile di Valtopina (PG)


…Il ricordo del dolore è ancora dolore, scriveva Byron.

Il mio nodo al fazzoletto è a ricordo di un dolore senza tempo ne confini.

 È ricordo infinito e perpetuato da soprusi reiterati verso le donne.

 È ricordo di ferite e lacerazioni che inutili bendaggi tentano di nascondere.

 Nel busto svuotato non c’è amore, ne promessa, ne frutto, ma transito e attraversamento di fibre

 dolenti.

 Evidente il richiamo ad una Venere, icona del mondo mitologico, trasfigurata in un’immagine di

sofferenza.



FORGETME(K)NOT

AN INTERNATIONAL CONTEMPORARY ART EXHIBITION NOT TO FORGET THE (DENIED) RIGHTS OF

WOMEN

The Museum of Embroidery and Textiles of Valtopina (Perugia), Italy, opens the international
contemporary art exhibition FORGETME(K)NOT on Saturday 28th October 2023 (4.00 pm), a project
promoted by SCD Textile&Art Studio, under the patronage of the Umbria Region and the Municipality of
Valtopina, curated by Barbara Pavan in collaboration with Erika Lacava, Anna Rita Punzo, Margaret Sgarra
and Maria Chiara Wang.
The handkerchief is a domestic and common object that holds a layering of meanings. If today we associate
the term with a disposable item that - moreover - is banal and environmentally unfriendly, for a long time it
was an accessory that was treated with care and attention in its realisation and to which a plurality of
messages were entrusted depending on its use. From the simplest fabrics to the most refined ones, often
embellished with figures and monograms, handkerchiefs have a long history intertwined with female hands
- that transformed them into small embroidery masterpieces - and with the hearts of women - pledges of
love or vehicles of seduction in times when gestures and objects were dense with meanings. To this
plurality of meanings that oscillate between opposite events, the dimension of memory must be added.
The knot on the handkerchief is in fact the symbol par excellence of the need to remember, a warning not
to forget something important.
To this small square of cloth, therefore, is entrusted the meaning of this exhibition: to keep alive and
vigilant the attention on an issue that is unfortunately still of great topicality through works that evoke or
use a knotted handkerchief to which is consigned the testimony or memory of discrimination, violence, and
abuse perpetrated against an individual woman or a group of women in the private or public sphere, in any
country in the world. A knot not to forget the (denied) rights of women. The artists selected through an
international call for entries come from different geographical areas, backgrounds and generations and
return a multiplicity of voices that investigate the complexity of this matter down to its most hidden,
ambiguous and deceptive implications. On display the works of: Luciana Aironi, Pietrina Atzori, Loren Batt,
Luciana Bellotti, Manuela Bieri, Paola Calcatelli, Beryl Cameron, Susanna Cati, Michela Cavagna, Meri
Ciuchi, Tiziana Contu, Isabelle Cosnard, Rosita D’Agrosa, Francesca Di Ciaula, Sarah Dochow, Jolanda
Drukker Murray, Rana Feghali, Magdalena Fermina, Patrizia Benedetta Fratus, Irma Frijlink, Donatella
Giagnacovo, Grazia Inserillo, Marisa Iotti, Alisa Kaufman, Monika Kosior, Ada Krenz, Cinzia Li Volsi,
Beatrice Loth, Sara Lovari, Flavia Michelutti, Antonella Muresu, Dimana Nakova, Barbara Pala, Piotr
Pandyra, Giulio Patrizi, Anouchka Perez, Catherine Primot, Beata Prochowska, Céline Ramio, Olga
Teksheva, Chantal Tichit, Patrizia Trevisi, Patrizia Valcarenghi, Nancy Van Dijk, Eliana Vessi Rosell, Asta
Lena Volkensfeld.
The exhibition will be open until 3 December 2023, Wednesdays and Saturdays from 3.30 p.m. to 6.30 p.m.
or by appointment on tel. (+39) 339 340 7299.

On Sunday 19 November from 11 a.m., the Embroidery and Textile Museum will host 'Eleven minutes and
a half', a performance by Francesca Di Ciaula.
Scheda tecnica:
Title FORGETME(K)NOT
Artists Luciana Aironi, Pietrina Atzori, Loren Batt, Luciana Bellotti, Manuela Bieri, Paola
Calcatelli, Beryl Cameron, Susanna Cati, Michela Cavagna, Meri Ciuchi, Tiziana
Contu, Isabelle Cosnard, Rosita D’Agrosa, Francesca Di Ciaula, Sarah Dochow,
Jolanda Drukker Murray, Rana Feghali, Magdalena Fermina, Patrizia Benedetta
Fratus, Irma Frijlink, Donatella Giagnacovo, Grazia Inserillo, Marisa Iotti, Alisa
Kaufman, Monika Kosior, Ada Krenz, Cinzia Li Volsi, Beatrice Loth, Sara Lovari, Flavia
Michelutti, Antonella Muresu, Dimana Nakova, Barbara Pala, Piotr Pandyra, Giulio
Patrizi, Anouchka Perez, Catherine Primot, Beata Prochowska, Céline Ramio, Olga
Teksheva, Chantal Tichit, Patrizia Trevisi, Patrizia Valcarenghi, Nancy Van Dijk, Eliana
Vessi Rosell, Asta Lena Volkensfeld.

Curated by Barbara Pavan
In collaboration with Erika Lacava, Anna Rita Punzo, Margaret Sgarra, Maria Chiara Wang
Dates 28 October – 3 December 2023
Opening Saturday 28th October 2023, h 4:00 pm
Venue Museo del Ricamo e del Tessile, via Gorizia 19/30, Palazzo Comunale,

Valtopina (PG), Italy

Hours Wednesday and Saturday h 3:30 pm – 6:30 pm or by appointment
Info +39 339 340 7299 e-mail scdtextileandartstudio@gmail.com
Free entry
Under the patronage of Regione Umbria and Comune di Valtopina
Promoted by SCD Textile&Art Studio | www.scdtextileandartstudio@gmail.com

Press office M2F Communication www.m2fcommunication.com

m2fcommunication@gmail.com
















Testo critico : Barbara Pavan

In nero: così Donatella Giagnacovo declina qui il cuore, simbolo per eccellenza con cui comunemente si identifica la sede di sentimenti, emozioni ed affetti, icona del verbo ‘amare’ – o, meglio, del più contemporaneo ‘love’, rafforzativo di ‘like’ nell’universo virtuale dei social – elemento che, tradizionalmente, aveva nelle divine virtù e nella sacralità delle aspirazioni la sua massima manifestazione e, probabilmente, anche la sua origine. Vagamente evocativo della reale forma dell’elemento anatomico a cui si ispira, il cuore – usato e abusato in ogni forma di linguaggio e rappresentazione – ha finito per svuotarsi dei suoi significati profondi assurgendo, infine, allo status di icona, logo, proiezione sintetica e immediata di una comunicazione contemporanea che è fatta di informazioni rapide e indolori che si rincorrono scacciando l’una l’altra dalla memoria nella quale, peraltro, lasciano scarsa traccia. Questo è in fondo il corpus di cuori che ci consegna l’artista: oggetti di consumo, debitamente identificati da un proprio specifico codice a barre che ne li qualifica come merce, prodotti pronti all’uso e alla sostituzione all’occasione con modelli più consoni ai propri desideri e più attuali.

Nero, dicevo. Nero che va su tutto, che ha sempre una sua eleganza, sfina, allude, evoca, insomma un non-colore, poco impegnativo, che non chiede grandi sforzi per essere indossato, abbinato, sfoggiato.

Nero. Nero come il buio e l’abisso è però anche sinonimo di assenza di luce, spento, privo di vita. Nero che assorbe, cancella, divora tutti gli altri colori, le sfumature, i contorni. Nero che è esso stesso ombra, proiezione ambigua di un corpo illuminato in una sintesi mutevole e incerta affidata agli elementi esterni che contribuiscono alla sua esistenza.

I cuori di Giagnacovo sono forme che tradiscono la propria essenza o, per meglio dire, sono l’essenza ultima e autentica di una narrazione che appare altra in superficie, la natura e la sostanza di quell’ombra oscura che vestendo l’umanità dell’individuo ne rivela, paradossalmente, la sua nuda verità.

CUORE NERO è la rappresentazione del tradimento, di tutti i tradimenti. Non solo dell’amore nel suo significato profondo, ma dei sogni, delle aspettative, dei progetti: Giagnacovo ci consegna uno sguardo sul fondo della realtà, sul suo lato nascostto che fatichiamo a decifrare, il suo cuore nero che non vogliamo indagare, di cui preferiamo non ammettere l’esistenza fino a quando, precipitando, dobbiamo necessariamente scoprirlo.

Si ritiene spesso preferibile non conoscere al di là del perimetro di interesse delle singole, personali esistenze, si rimane al di qua della legittima indignazione innescata dai fatti di cronaca e che dura il tempo dei notiziari, si sceglie di vivere il momento senza porsi troppe domande soprattutto quando queste riguardano il quotidiano in cui si è immersi e le cui risposte minerebbero la parvenza di equilibrio cui ci si aggrappa ostinatamente. Siamo talvolta inconsapevolmente ciechi, altre volte distratti o superficiali, altre ancora per quieto vivere diventiamo complici della medesima notte, in un tradimento di sé stessi che è, tra tutti, il più feroce ed infelice.

In un cortocircuito polisemico di parole e di elementi visivi, l’artista muove alla ricerca del nucleo di sentimenti e emozioni, scavando tra le pieghe e tra le sfumature degli eventi, dei fenomeni e dei comportamenti, individuali e collettivi. Come una collezionista, individua e raccoglie l’anomalia delle definizioni che non coincidono con la manifestazione reale che pretendono di identificare, che tradiscono il significato che ne è all’origine, lo spirito della promessa che il termine contiene e garantisce: qual è la convergenza semantica – ad esempio – tra amore e omicidio, tra empatia e sopraffazione, tra amore e stupro, tra cura e sfruttamento, tra rispetto e possesso.

Giagnacovo informa un archivio della consapevolezza, un erbario delle malerbe, allestendo una vetrina in cui al contempo osservare e specchiarsi, una sorta di lente di ingrandimento che consente di leggere i segni e i gesti nel minimo dettaglio e nella loro crudezza, mondati dall’aura fuorviante delle espressioni linguistiche con cui convenzionalmente sono catalogati, e attribuendo ad ognuno la responsabilità di un tradimento – di senso, di valore, di prospettiva.

Installata in un ambiente raccolto e secondario dove evidenti sopravvivono le tracce e la memoria di altre vite, CUORE NERO instaura un dialogo intimo e personale con l’osservatore. In questo spazio separato – che per estensione è uno dei significati del sacro – si consuma un rito catartico, una purificazione della parola che ritrova il suo senso pieno e coerente, liberato dalle degenerazioni e dai fraintendimenti. Se, nell’immaginario collettivo di una cultura che si è evoluta a partire dalle sue radici cristiane, il cuore di Gesù costituiva la rappresentazione dell’amore elevato alla sua massima potenza, quella divina, è ancora a quella stessa tradizione che si ispira l’ultima opera che chiude simbolicamente il cerchio: il cuore di pane che nella divisione e condivisione con l’altro diventa rito di rinascita e di speranza, nutrimento, vita.

 














Corazza di leggerezza
Foto di Guglielmo Pellegrino 


A cura di Margaret Sgarra

Inaugura venerdì 29 settembre 2023, dalle 18:00 fino alle 22:00, presso lo spazio La Via
Lattea di Torino, in Via Peyron 17/f, la mostra collettiva “Trasparenze. Sguardi oltre” a cura
di Margaret Sgarra. Il progetto vede la partecipazione di: Paola Calcatelli, Donatella
Giagnacovo, Giu.ngo-Lab, Laura GuildA e Chen Li.
Pregiudizi, stereotipi, luoghi comuni sono solo alcuni degli aspetti con cui l’essere umano
deve confrontarsi nella contemporaneità. In una società caratterizzata da una saturazione di
stimoli visivi, è necessario che l’individuo si riappropri della capacità di decifrare i contenuti e
i significati degli eventi che si verificano ed andare oltre la superficie al fine di superare
l’ingannevole filtro suggerito dalle immagini stesse e comprenderne i messaggi.
Gli artisti, attraverso materiali che richiamano l’idea di trasparenza, indagano tematiche
connesse all’attualità come: la lotta contro violenza di genere, la ricerca della felicità e della
spiritualità e la conservazione della memoria.
“Trasparenze. "Sguardi oltre” vuole essere un invito ad andare oltre l’apparenza delle
circostanze per recuperarne l’essenza.
La mostra sarà visitabile dal 29 settembre al 14 ottobre 2023, dal venerdì alla domenica con
orario: 15:00 - 19:00 o su appuntamento.

TRASPARENZE. SGUARDI OLTRE
a cura di Margaret Sgarra
29 settembre - 14 ottobre 2023


La Via Lattea
Via Peyron 17/f, 10143, Torino
Contatti: segreteria.msac@gmail.com
Inaugurazione: venerdì 29 settembre dalle 18:00 alle 22:00
Orari di visita: dal venerdì alla 






JANINA MONKUTĖ-MARKS MUSEO

opera selezionata

UNA OGNI 11 MINUTI






Donne uccise nel mondo, vittime di femminicidio. Dati aggiornati ad Aprile 2022
Fonti UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime)

installazione di 10 elementi
















La 729° Perdonanza Celestiniana aquilana offre l’occasione

per una riflessione sul senso del sacro e il suo significato nel

nostro tempo. Ventitré artisti e artiste attivi/e sulla scena

nazionale ed internazionale dell’arte contemporanea hanno

esplorato ruolo e identificazione della sacralità in una

società votata a vivere in velocità e che ha fatto della

concretezza e del pragmatismo associati alla scienza, alla

tecnologia e all’economia il suo perno, abbandonando,

apparentemente, qualsiasi speculazione ed indagine di quel

territorio sospeso tra visibile ed invisibile che ha alimentato

la dimensione spirituale e filosofica di generazioni di

intellettuali, teologi, mistici almeno quanto ha modellato e

scandito la vita quotidiana individuale e collettiva di ogni

comunità umana.

LUCO.

Esiste ancora – e nel caso dove si colloca - il sacro al tempo

dell’intelligenza artificiale, della comunicazione ossessiva e

compulsiva dominata dalle informazioni e dalle immagini, in

cui è sempre più sfumato e incerto il confine tra reale e

virtuale?

Intorno alle declinazioni della sacralità e delle sue

rappresentazioni, dei suoi riti e dei luoghi ad essa deputati si

snoda questa mostra diffusa.

LUCO deriva dal latino lucus che in origine indicava una

radura boschiva più esposta alla luce solare, come

suggerisce l’affinità con lucēre (brillare, splendere), e che

presso i Romani si identificava - per estensione - con il

Bosco Sacro, dimora di divinità e di potenze principalmente

legate alla natura e di cui la toponomastica restituisce

ancora oggi la traccia (Piediluco, Monteluco, Luco dei Marsi,

ecc.).

Alla ricerca e all’approdo ad un ipotetico luco

contemporaneo, un non-luogo che allude a uno spazio, a un

tempo – reale o metaforico - o a una condizione dell’essere

e dell’esperire è ispirato questo percorso espositivo

articolato in tre sedi suggestive all’interno di edifici storici.

La pluralità generazionale e di provenienze geografiche e

background culturali degli artisti consente un’altrettanta

molteplicità di interpretazioni e di sfumature che apre la

strada ad ulteriori confronti e riflessioni sull’evoluzione

dell’esigenza che accompagna l’umanità dai suoi albori di

trovare un senso alla finitezza e alla fragilità dell’esistenza.

                                                                    BARBARA PAVAN














                                                                              MUTA PREGHIERA 2023

Muta preghiera

Il Nobel per la medicina Alexis Carrell sosteneva a metà del secolo scorso che la preghiera fosse

una necessità quasi fisiologica dell’uomo. Da qualche anno studi condotti da più parti sembrano

confermarne gli effetti benefici sul cervello tanto da arrivare recentemente a parlare di prayer

therapy che pare innalzare i livelli di serotonina e dunque essere in grado di contrastare alcuni stati

d’ansia, insonnia, stress e depressione. È noto, d'altra parte, che la ritualità dei gesti e delle parole

 

abbia nella sua ripetizione talvolta quasi meccanica un potere catartico e laddove essa si identifichi

per l’individuo anche come il mezzo di connessione con la dimensione spirituale - o come il veicolo

attraverso il quale superare la solitudine della consapevolezza della morte che è all’origine

dell’esigenza di credere - ecco che essa assume un carattere consolatorio e infine persino

terapeutico.

Questa premessa conduce fino ai tre elementi che compongono l’installazione di Donatella

Giagnacovo, che depurati fino all’astrazione e alla massima sintesi, - scrive l’artista - rinforzati nella

narrazione visiva, da posture ieratiche e sublimati dalla scelta del bianco a rinforzo di uno svuotamento

necessario sino all’essenza, si stagliano come sentinelle penitenti.

Corpi incerti, fantasmi affrancati della certezza della propria consistenza tangibile o della propria

identità oppure ritratti dell’essenza ultima della loro stessa umanità, essi si offrono all’osservatore

in un raccoglimento assoluto, in un silenzio che - privo dell’eco di richieste, invocazioni,

ringraziamenti - è un abbandono ristoratore. Resa indipendente dalla devozione, la preghiera

diventa laica, muta, eppure ancora rifugio consolatorio dalle nostre fragilità.

                                                                                                                BARBARA PAVAN










                                                                           Ascolta

  

Dimensioni: esterne cm. 30 X cm. 30, elemento in cornice a cassetta, colore bianco

Tecnica: Mista, con texture di fili cuciti ed inserti di plastica e legno

Datazione: 2023

 – Ascoltare è necessario, è atto fondamentale a garanzia di una qualsiasi comunicazione ma ancora più importante è saper ascoltare i silenzi.

Il lavoro è un segmento di un percorso in progress più ampio e dettagliato dal titolo “Lessico sentimentale” iniziato nel 2021. La comunicazione, sottolineata dall’utilizzo di grafemi inseriti nel contesto visivo, stimola la riflessione sul non detto e sul non ascoltato nelle relazioni di coppia, familiari, sociali. La parola tracciata è punto prospettico, è origine del legame comunicativo. Un invito a riflettere per un’educazione dialettica che pure deve essere stimolata in una società urlata. 




                                                 
                                                  Sala delle pietre, Piazza del popolo. TODI




IL PESO DEL VUOTO: la condizione femminile nella mostra di Donatella Giagnacovo in apertura a Perugia

 SCD Studio (via Bramante 22) a Perugia inaugura sabato 18 febbraio 2023, alle ore 17, 

“Il peso del vuoto” la mostra personale di Donatella Giagnacovo, a cura di Barbara Pavan.

La mostra

 catalogo : https://issuu.com/barbarapavan469/docs/donatella_giagnacovo

L’artista aquilana che da anni pone al centro della propria ricerca la questione femminile nella sua globalità attraverso questo corpus di opere riporta il focus sulle diverse declinazioni della discriminazione nei confronti delle donne sollecitando un’osservazione capillare dei fenomeni, partendo dall’analisi certosina delle parole che usiamo e del loro significato recondito, del pensiero che sottintendono e che inconsciamente e inaspettatamente tradiscono. Lo fa immergendo il visitatore tra i fantasmi, donne di cui è rimasto il guscio che evoca esistenze segnate da una molteplicità di ferite – fisiche, spirituali, emotive – tanto più profonde quanto più invisibili; esperienze traumatiche, dolorose, faticose nascoste tra le pieghe di una normalità che nessuno vuole indagare, seppellite sotto strati e strati di doveri e divieti, zavorrate all’inferno dal peso insostenibile dei sensi di colpa. È il peso del vuoto, l’eredità infame di secoli di sottomissione e di dipendenza; come dice Giagnacovo di uno dei suoi eterei abiti/corpo - “nulla che veste il nulla”.

La mostra desta da un torpore indotto da una sottovalutazione delle ombre lunghe delle dinamiche relazionali tra gli individui, tra gli stessi e le comunità in cui vivono, tra queste e la società contemporanea: cullati da una ambigua certezza di aver ormai superato brillantemente i tempi oscuri della discriminazione nella nostra società matura e impermeabile a fenomeni sessisti, continuiamo a considerare ogni femminicidio come uno sporadico, tragico, singolo evento eccezionale.

La drammatica urgenza delle molte istanze legate al femminile è restituita qui da un’uniformità monocromatica comune a tutto il corpus di opere: il bianco diviene esso stesso linguaggio e metafora di quell’ambiguità tra essere ed apparire che spesso inganna nella percezione della realtà. Evocativo di un ideale di purezza, a differenza del colore che è clamore, rumore, caos, il bianco induce una condizione di rilassato abbandono, allude ad una quiete domestica e sicura sottolineando quanto sia facile, rassicurati dall’apparenza, non accorgersi della vera sostanza delle cose che vediamo. Ci muoviamo a lungo tra queste figure leggere quasi in uno stato di piacevole suggestione prima di riuscire ad udire e comprendere la loro voce e destarci da un sonno che è rifugio e difesa dalle brutture della veglia per scoprire la struggente verità che il bianco aveva così diligentemente custodito. Transitiamo dunque con una nuova consapevolezza attraverso il percorso della mostra in cui riconosciamo ora una moderna e laica via crucis, espiando la colpa di una superficialità diffusa che in parte è endemica del nostro tempo e che non raramente poggia sulle spalle dei più indifesi. Ne usciamo sicuramente scossi dall’aver improvvisamente sollevato il velo su una realtà che sembrava altra da ciò che è.

L’artista consegna un testimone, l’invito ad andare oltre la superficie, ad agire per cambiare le cose, per alleggerire quel peso e colmare quel vuoto che non appartengono solo all’altrove.






                                        











                  
                                                                  BAF Bergamo Arte Fiera
                                                     13- 22  gennaio 2023 presso lo stand di ArteMorbida

https://www.artemorbida.com/30x30-cm-il-nuovo-modulo-dellarte-tessile-artemorbida-xs-project/



                                                      
                                                                          PENSAMI









Ricetta di terra di mare di cielo di sole

500 gr. di semi secchi macinati                  FARINA merce di scambio
Nuvole, pioggia e neve q.b.                        ACQUA bene primario
15 gr. di calore del sole
sull’acqua di mare                                       SALE merce di scambio
1 cucchiaio di olive spremute                     OLIO merce di scambio
20 gr. di madre                                            LIEVITO bene primario 

PANE          INACCESSIBILE A MOLTI                          PENA 







8 OTTOBRE 2022
GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
NATUS ITERUM
STUDIO NACCARATO
GAGLIANO DI CATANZARO
A CURA DI 
LARA CACCIA








8 OTTOBRE 2022
SYART SORRENTO FESTIVAL

Il SyArt Sorrento Festival, evento internazionale dedicato all’arte contemporanea, dall’8 ottobre al 30 novembre è ospitato a Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento.

Gli organizzatori i coniugi Cappiello e Rossella Savarese della SyArt Gallery impegnati nel coordinamento dei trentasette artisti in mostra, per il sesto appuntamento della kermesse presentano circa cento opere in rappresentanza di Paesi quali Italia, Spagna, Stati Uniti, Polonia, Nigeria, Regno Unito, Cina, Germania, Austria, Iran e Colombia.

Un appuntamento che dal 2017 caratterizza e impreziosisce il calendario di eventi ospitati dalla Fondazione Sorrento. Da un’idea del visionario collezionista Leone Cappiello il format nel tempo si è strutturato divenendo, per gli artisti che riescono a superare le selezioni, una opportunità di crescita con una concreta visibilità internazionale. Alla storica dell’arte Rossella Savarese, curatrice e direttrice artistica del Festival, l’arduo compito di selezione finale tra le centinaia e centinaia di richieste giunte nelle varie edizioni che si susseguono. In mostra nelle ampie sale espositive di Villa Fiorentino pittura, scultura, installazioni, fotografia, fiber art, digital pop, video art. Non mancano i progetti site-specific tra cui “Possiamo scambiare le figurine” di Rafael Romero artista e docente spagnolo che con il suo progetto motiva la partecipazione dei cittadini alla cultura e alla conoscenza. Romero “scambia” i suoi acquerelli (per la Città di Sorrento sceglie un soggetto marino) con le "carte collezionabili" create dai visitatori. Il murale finale è composto esclusivamente dalle opere realizzate dai partecipanti e donato alla Città di Sorrento. La stessa idea progettuale è stata accolta in musei ed istituzioni culturali in Spagna, Argentina e Marocco e vi hanno partecipato più di quattromila persone.

Altro interessante progetto site-specific è “We were there” dell'artista iraniana Arezu Zargar.

Il tema centrale di questo progetto è un’indagine sul come essere presenti mentre siamo assenti. La nostra presenza è fisica? Siamo davvero nello stesso luogo, a condizione che la nostra presenza sia registrata? Un lavoro articolato che combina scultura, installazione e video art e che sintetizza il leitmotiv curatoriale dell’intera mostra che attraverso media e ricerche molteplici racconta dell’essere umano e del suo atavico dimenarsi in uno spazio fisico e mentale.

Si conferma inoltre la collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli con il progetto “Adotta una parete”. L’artista Gualtiero Redivo e la SyArt Gallery donano all’ospedale un’opera quale strumento di terapia e fonte di beneficio per i pazienti.

Il trofeo ligneo per l'assegnazione del Premio Arbiter Fata Verde, riconoscimento riservato ad uno degli artisti in mostra, è realizzato dall’artista sorrentino Toni Wolfe.

 

ARTISTI IN MOSTRA:

 

RAFAEL ROMERO Spagna

ALESSANDRA PASQUA Italia

ELAINE B. CHAO USA

ANNE BENNETT Regno Unito

CHIDI CHIBUEZE Nigeria

CRISTINA CIANCI Italia

MARGHERITA LIPINSKA Polonia

LIA KIMURA Polonia

LI LEI Cina

LAURA GUILDA Germania

ANDREA CIRIMINNA Italia

OBANDER CEBALLOS Colombia

RESUL JUSUFI Austria

ANGELICA ROMEO Italia

RENATA PETTI Italia

MICHELE TURBANTI Italia

ALDO MARRONE Italia

MARCO IANNACCONNE Scarlet Lovejoy Italia

DANIELA DI LULLO Italia

KRAYON Italia

MAURIZIO ESPOSITO Italia

MARCELLO QUARTA iItalia

TEALTRO Italia

RUBEN STAIANO Italia

MARGHERITA LEVO ROSENBERG Italia

MASSIMO CAMPAGNA Italia

MARGHERITA GRASSELLI Italia

CRISTINA MARIANI Italia

SUSANNI CATI Italia

MARIA JANNELLI Italia

DONATELLA GIAGNACOVO Italia

CHIARA VINCENZI USA

VITTORIO IAVAZZO Italia

AREZU ZARGAR Iran

RENATO GALBUSERA Italia

IWA KRUCZKOWSKA  Polonia

JOLANDA DRUKKER MURRAY Germania

 

 

 









L’INCANTO
Gioielli d’arte e monili d’autore in mostra

SCD STUDIO
Perugia
1 ottobre – 5 novembre 2022

Sappiamo che già i Neanderthal che vivevano in Europa creavano monili con perle perforate ricavate da piccole conchiglie marine risalenti a 115.000 anni fa. Gli esseri umani, dunque, hanno indossato gioielli lungo tutta la loro storia, in modo trasversale e con funzioni molto diverse - dal fissare indumenti o capelli fino ad essere status symbol della propria classe sociale; ma anche portatori di messaggi personali d’amore, dolore, fortuna; medium per suggellare nozze, nascite, amicizie; simboli di una qualche forma di appartenenza, sia essa etnica, religiosa o sociale; o, ancora, nel loro significato più arcaico, per fornire protezione talismanica, amuleti contro il male, qualunque fosse la sua forma. Ma sono e sono state anche fenomenali opere di alto artigianato, piccoli capolavori d’arte, preziose testimonianze di talento e creatività realizzate attraverso abilità tecniche e manuali impareggiabili.

 
La stagione espositiva 2022/23 di SCD Studio esordisce come lo scorso anno con una mostra dedicata a sei artiste che si misurano con la dimensione del gioiello-scultura e del monile. Susanna Cati, Elisabetta Corrao, Donatella Giagnacovo, Sandra Mrowinski, Silvia Ranchicchio, Barbara Ventura si confrontano attraverso tecniche, materiali e contenuti declinati in oggetti da indossare trasformandoli in linguaggio contemporaneo, in opere d’arte uniche e minime.


Dopo L’INGANNO nel 2021 che aveva messo al centro dell’attenzione l’ambiguità dell’apparenza dei materiali rispetto alla loro sostanza, L’INCANTO raccoglie opere scultoree nate dalla sperimentazione di materie e tecniche ibride ed alternative – plastica riciclata, elementi naturali, carte, objet trouvé.


SCD Studio prosegue anche quest’anno l’esplorazione dei molti volti dell’Arte e delle arti, confermandosi uno spazio di confronto e incontro, di ricerca e scoperta.

La mostra inaugura sabato 1 ottobre 2022, alle ore 17 a SCD Studio, via Bramante 22N, a Perugia (zona Monteluce). 

Info al mob.+39 347 177 6001

SCD Studio


SERIE COSTELLAZIONI

IDRA

FUSIONI IN PLASTICA RICICLATA


SEGNI TRAME SOGNI
a cura di Angela Ciano
un evento F'Art





Lessico sentimentale


curami


 

Trovami

                                                                              tu et ego   

                                                                                SEGNI TRAME SOGNI

Tracciano segni. Compongono trame. Inseguono sogni. Tre artiste, tre donne, Caterina Ciuffetelli, Donatella Giagnacovo e Silvia Giani, espongono insieme per dare vita ad un percorso di segni e trame dalle mille sfaccettature che danno forma alle loro ispirazioni e ai loro sogni.

Le opere esposte in questa mostra, dall’evocativo titolo Segni Trame Sogni, conducono lo spettatore in un viaggio fatto di linee, forme, colori  in cui le tre artiste dialogano tra loro attraverso scelte individuali ed uniche. Ognuna ha la sua cifra e il suo linguaggio, nessuna deve qualcosa all’altra ma insieme danno vita al sogno insito nella creazione, disseminando l’itinerario espositivo di segni che creano trame e racconti.

E’ sogno l’azzurro intenso e declinato nelle sue tante possibilità usato da Caterina Ciuffetelli che ha concepito per questa mostra, un ciclo nuovissimo, dal titolo Azzurro appunto, dedicato all’Aquila, sua città natale lasciata molti anni fa per l’Umbria, che nasce da un riflessione sui tempi difficili e densi di sfide drammatiche che stiamo vivendo. 

E’ sogno il caleidoscopico mondo di Silvia, fatto invece di colore dalle tinte forti e contrastanti ad evocare momenti e tempi immaginifici, dove la sacralità del saper fare dell’artista fa risorgere, attraverso il riutilizzo di materie di scarto soprattutto tessuti, momenti di bellezza perduta.

E’ sogno l’uso di un bianco dalle mille sfumature, etereo o denso che crea opere intrise di materia oppure leggerissime; un colore non colore quello scelto da Donatella per riflettere, anche attraverso l’uso delle parole, sulla condizione umana. Opere di una bellezza diafana che asseriscono concetti urgenti.

Insieme Caterina Ciuffeteli, Donatella Giagnacovo e Silvia Giani raccontano la loro creatività attraverso opere che sono presenze forti e ci parlano dell’indecifrabile momento del fare artistico che altro non è se non sogno inteso come momento culmine e conclusivo del percorso creativo. 

Fare arte come azione urgente che conduce il pensiero in profondità, a percorrere strade sempre nuove per narrare ognuna il proprio mondo. Ognuna con le sue peculiarità, Silvia Donatella e Caterina insieme ci raccontano l’essere umano capace di superare momenti drammatici, capace di interiorizzare ma anche di denunciare la bruttezza intesa in tutte le sue espressioni, capace di far diventare materiali di scarto “testata d’angolo”.

E cos’è l’arte se non tutto questo?

Nel suo ciclo AZZURRO, Caterina Ciuffetelli, intreccia il colore con filo di iuta a creare percorsi e labirinti che lanciano sfide continue allo spettatore, nella consapevolezza che attraversare le cose che accadono deve condurre alla contemplazione-riflessione che serve ed aiuta a guardare avanti, a superare le prove per affrontare il futuro con rinnovata fiducia; non a caso l’azzurro  per Wassilly Kandinskij è l’elemento della quiete che richiama l’uomo verso l’infinito. Il messaggio che l’artista ci invia è libero e positivo; attento ad unire al bello del colore e delle materie scelte, l’estetica quindi, una attenta riflessione sulla condizione umana di fronte alle sfide che la storia pone,  l’etica quindi “…in queste opere – scrive Caterina Ciuffetelli – parlo della contemplazione come insperata e salvifica possibilità di approcciare il mondo. Contemplazione non opposta all’azione bensì in grado di cambiarne il verso, se necessario”. E’ questo il sogno a cui anela l’artista creando opere che al primo sguardo sono segni che vivificano trame.

C’è la stessa riflessione sulla condizione umana, ed in particolare su quella femminile, nelle opere di Donatella Giagnacovo, dove il colore predominante, che è poi la sua cifra stilistica, è il bianco. Il bianco in arte è il colore scientifico e psicologico in assoluto, una non pigmentazione che allude ad una informalità perfetta; per Donatella il bianco è un contenitore di concetti che viene rafforzato,  in alcune delle opere esposte, attraverso l’uso della parola. Il monocromo perde così la sua  uniformità arricchendosi grazie all’uso di materiali tra i più disparati ( piume, garze, plastica, paglia ), mostrandosi a volte candido e diafano simbolo di purezza e leggerezza, a volte intriso di messaggi che inevitabilmente richiamano alla riflessione. Sono opere che restituiscono immagini dove la parola serve a ribadire il concetto espresso attraverso un gesto creativo che scava nella psiche umana, inchiodando lo spettatore al ragionamento.

Diverso il mondo artistico di Silvia Giani che ha in comune con quello delle compagne di questo viaggio, l’urgenza di sperimentare attraverso le materie più disparate. Nel caso di Silvia si tratta di pezzi  scartati  o semplicemente messi da parte da una società votata al consumismo sfrenato che diventano  tasselli preziosi del suo fare artistico. Sono soprattutto i tessuti, scarti di lavorazione delle aziende o ritagli di vestiti dismessi o fuori moda, a ispirare i suoi lavori. Lo scarto diviene così matrice di un percorso di creatività, stimola accostamenti cromatici e geometrici “…il processo creativo – scrive Silvia Giani – nasce dalla necessità interiore di ricomposizione della forma del ritaglio (di stoffa ndr) consentendogli una seconda vita  e si sviluppa nella ricerca di un ritmo nell’apparente disposizione casuale delle cose”. Su tutto una grande capacità e maestria artigianale  che unita alla riflessione estetica, da vita ad opere in cui la ricchezza e la preziosità del colore e della materia  rimandano a visioni di bellezza ed eleganza dove mistica e arte si fondono per mostrare al visitatore che mondi altri, fatti di splendore e maestria, sono possibili.

Segni Trame Sogni è un viaggio nella funzione taumaturgica dell’arte che crea bellezza in tanti modi diversi, senza però dimenticare che, in fondo, il bello è intorno a noi basta saper guardare per creare mondi.






           
Seminiamo Arte edizione 2022 a cura di Lea Contestabile






apri


opera in permanenza


Reminiscenze a cura di Lara Caccia
Villa Colle del Cardinale Corciano (PG)
30 maggio 2022

 

                                                                       anti_camere                                                                   
                                                                                                           




vèstiti


Di bianche spine 
a cura di Angela Ciano
evento F'Art associazione per le arti visive
Via Francesco Di Paola 13 L'Aquila
19 maggio 2022
https://www.youtube.com/watch?v=WKvixDTCmbk







                                                           
                                                                          la sposa
                                                                              

                                                                           volti

                                                          Performance : Onora il padre 2021
                                               https://www.youtube.com/watch?v=KMbNGbX_oV0&t=9s
                                              

            


Evento collettivo di impegno civile
a cura di Guendalina Di Sabatino
Corso San Giorgio Teramo
     21 settembre 2021   


       

   
 




busto e maschera contenitiva


 Seminiamo Arte a cura di Lea Contestabile
Mubaq Fossa L'Aquila 
Agosto 2021





                                                                                morte viva



                                                                           ARTICOLO 9
                                                                 casa d'artista a cura di Angela Ciano 
                                                  https://www.aqbox.tv/archivio_single.php?format=65
                                                                            febbraio 2021

                                                                     




Il giardino della memoria

 Mubaq Museo dei Bambini Fossa  L' Aquila
Giardino delle piccole stelle
agosto  2020



Cuore di mamma
opera in permanenza

 Di bianche spine a cura di Angela Ciano
Via verdi L'Aquila
07 marzo 2020







 Il giardino della memoria
L'angolo delle piccole stelle
a cura di Lea Contestabile

 Mubaq- museo dei bambini Fossa L' Aquila


  

Installazione ambientale Never Bloomed


 Let's play 

 Palazzo Fibbioni L' Aquila
  agosto 2016

  



Let's play a cura di Umberto Palestini

Chiostro degli zoccolanti 
Montorio al Vomano (TE) 
21 agosto 2015






Cane Bambino 
opera in permanenza collezione di arte contemporanea
  MUBAQ  museo dei bambini Fossa -Aq


 P'articolari
a cura di Umberto Palestini
Chiostro degli zoccolanti 
Montorio al Vomano (TE) 
21 agosto 2015



 I 99 
installazione performativa
Chiesa di San Giuseppe Artigiano L' Aquila
assemblea degli storici d'arte
 cratere e ricostruzione a cura di Tomaso Montanari 
5 maggio 2013 

http://www.6aprile.it/featured/2013/02/27/laquila-5-maggio-storici-dellarte-e-ricostruzione-civile.html






I 99 a cura di  Gianluigi Simone 
installazione performativa
Corso Federico II  L'Aquila
ottobre 2010
https://www.youtube.com/watch?v=OxRm3W67raY







     Dolor et Spes 6 aprile 2013
riscontri
 Cecilia Casorati  Christian Caliandro Gianluigi Simoni Umberto Palestini Sabrina Vedovotto 
Metastudio roma



Dolo et  Spes a cura di Umberto Palestini
galleria ARCA Teramo
Aprile 2012



                                          








My Show Room
Marzo 2009
L' Aquila

                                                                        Cuore Nero
                                                   Rassegna Trabocchi Libri e Rose 3^Edizione
                                                                a cura di Adina Pugliese
                                                                      Aprile 2012                                                     

                                                                  Muspac L' Aquila 2008 


                                                                           

  Home Graffiti Design






























Commenti